CASTELLO DELLA SPIZZICHINA

Giovanni e Francesca si sono sposati il 23 settembre presso il Castello della Spizzichina.

 Giovanni e Francesca per il loro matrimonio cercavano un fotografo non invadente e che riuscisse a raccontare il loro matrimonio in maniera spontanea. Mi hanno trovato tramite una ricerca su internet, ci siamo incontrati, e poi abbiamo scoperto di essere vicini di casa;) le magie di internet 😉

Che cosa è il reportage di matrimonio

Wedding photojournalism o reportage di matrimonio  è un approccio non classico del servizio fotografico di matrimonio. Nasce negli USA e ha cominciato a farsi vivo soprattutto a partire dagli anni ’80.

Come funziona
il foto giornalista non vi chiederà di posare per delle foto, né a voi né ai vostri invitati, ma sarà mescolato tra gli invitati per catturare fedelmente i momenti importanti, le espressioni spontanee senza finzioni o costrizioni.

Ma allora saranno foto così come vengono?
No, il reporter professionista ha sviluppato la capacità di cogliere all’istante ciò che è significativo, e oltre alla capacità tecnica, la componente emotiva ha la sua grande importanza. Il bravo fotoreporter vive il matrimonio insieme agli sposi con una forte componente empatica, in modo da catturare i sentimenti o addirittura anticipare l’espressioni dei sentimenti vissuti quel giorno.
Questo approccio richiede al reporter un’attenzione e coinvolgimento massimo per tutta la durata dell’evento.

FOTOGRAFARE CON INTELLIGENZA EMOTIVA

Per poter fotografare le emozioni, bisogna prima di tutto saper fotografare, ovvio. Ma saper fotografare da solo non basta. Cosa altro occorre?

Dalla mia esperienza e dai miei studi ho appreso che per fare un lavoro eccellente non basta essere intelligenti, preparati ed esperti, avere capacità intellettuali e conoscenze tecniche.

In questi ultimi dieci anni ho appreso che alla base delle competenze per fare un lavoro eccellente c’è la nostra situazione emotiva, la nostra intelligenza emotiva, il nostro modo di comportarci verso noi stessi e il modo di trattare con gli altri.

A fare la differenza sono le nostre qualità personali come l’iniziativa, l’empatia, la capacità di adattarsi e di comunicare. Le capacità umane sono gli ingredienti necessari per eccellere sul lavoro. Tutto questo ha ben poco a che fare con tutto ciò che abbiamo studiato a scuola.

Credo fermamente che le competenze emotive contano più delle competenze tecniche. Ciascuno di noi ha un profilo personale con i suoi punti di forza e le sue debolezze. Una buona consapevolezza di se permette di lavorare sui propri limiti e buone motivazioni potranno dare la spinta per procedere verso l’eccellenza.

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