SALGADO
Ieri sono andato a vedere “il sale della terra”, un film documentario su Salgado, molto più coinvolgente di una mostra, molto più vero di un documentario…
Non eravamo in molti…ma meglio così,
Aspettate che vi racconto
Chi è Salgado: un grande fotoreporter che da quarant’anni attraversa i continenti sulle tracce di un’umanità in pieno cambiamento. Oltre ad aver sviluppato per lunghi anni progetti fotografici riguardanti fatti sconvolgenti della nostra storia contemporanea – conflitti internazionali, carestie, migrazioni di massa – si è dedicato anche alla scoperta di territori inesplorati e grandiosi, per incontrare la fauna e la flora selvagge in un grande progetto fotografico.
Come è diventato fotografo: la sua passione nacque quando aveva 30 anni e la sua vita aveva preso un’altra piega. La famiglia possedeva una fazenda in Brasile e il padre ha voluto che facesse l’avvocato, lui si laurea in economia.
Alla fine degli anni ’60, Sebastiao che aveva un’ottima posizione lavorativa all’interno di un’importante azienda, iniziò a portarsi nei suoi viaggi di lavoro la macchina fotografica della moglie Lelia.
Al ritorno da un viaggio in Niger abbandona una carriera lavorativa certa per dedicarsi completamente alla fotografia. La moglie Lelia che sarà per lui molto più di una compagna di vita, lo sosterrà anche artisticamente.
Nel 1973 realizza un reportage sulla siccità del Sahel, seguito da uno sulle condizioni di vita dei lavoratori immigrati in Europa.
Nel 1974 entra nell’agenzia Sygma e documenta la rivoluzione in Portogallo e la guerra coloniale in Angola e in Mozambico.
Nel 1975 entra a far parte dell’agenzia Gamma ed in seguito,
nel 1979, della celebre cooperativa di fotografi Magnum Photos.
Nel 1994 lascia la Magnum per creare, insieme a Lelia Wanick Salgado, Amazonas Images, una struttura autonoma completamente dedicata al suo lavoro.
Salgado si occupa soprattutto di reportage di impianto umanitario e sociale, consacrando mesi, se non addirittura anni, a sviluppare e approfondire tematiche di ampio respiro.
Per sei anni Salgado concepisce e realizza un progetto sul lavoro nei settori di base della produzione. Il risultato è La mano dell’uomo, una pubblicazione monumentale di 400 pagine, uscita nel 1993, tradotta in sette lingue e accompagnata da una mostra presentata finora in oltre sessanta musei e luoghi espositivi di tutto il mondo.
Dal 1993 al 1999 Salgado lavora sul tema delle migrazioni umane. I suoi reportages sono pubblicati, con regolarità, da molte riviste internazionali. Oggi, questo lavoro è presentato nei volumi In Cammino e Ritratti di bambini in cammino, due opere che accompagnano la mostra omonima edite in Italia da Contrasto.
Primo progetto “Otras Americas”,
frutto di 8 anni di viaggi tra Messico, Perù, Bolivia ed Ecuador.
Dall’86 al ’91 si occuperà del progetto “Workers” dando immagine a tutti coloro che attraverso le loro mani hanno costruito il mondo, dagli operai nelle acciaierie russe, ai pescatori galiziani, ai raccoglitori di tè in Rwanda.
Con “Exodus”, il progetto sulla migrazione mondiale, si arriva forse al capitolo più straziante, più feroce, quello che ci mostra come animali terribili capaci di una violenza estrema.
L’ultima parte è dedicata al suo più recente progetto “Genesis”, la sua lettera d’amore al pianeta e il suo primo reportage sulla natura.
Un omaggio a quelle zone del pianeta rimaste incontaminate.
“Il sale della terra” é un film che, attraverso la potenza del bianco e nero arricchisce lo spettatore con una lezione di antropologia che conquista per la sua volontà di informare, provocare ed emozionare con la condivisione di un percorso artistico e umano che ci ricorda che il nostro pianeta è prezioso e l’uomo può essere il benefattore della terra in cui vive.
“Quante volte ho deposto la macchina fotografica per piangere.”
http://www.madeinitalyweb.it/best-way-to-visit-rome-with-professional-photographer-girolamo-monteleone/
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